L’Italia integra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con il Piano nazionale per gli investimenti complementari. Risorse aggiuntive pari a 30,6 miliardi!
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Di cosa si tratta:
Il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il documento che il governo italiano ha predisposto. Questo documento ha lo scopo di illustrare alla Commissione Europea come l’Italia intende investire i fondi. I fondi arriveranno nell’ambito del programma Next Generation EU.
È stato recentemente approvato dalla commissione. Il documento descrive quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Inoltre, specifica come questi fondi verranno gestiti.
Il piano è stata realizzato seguendo le linee guida emanate dalla Commissione Europea. Si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
Secondo una relazione pubblicata dal centro studi del parlamento, il governo valuta l’impatto del PNRR sull’economia italiana con una crescita dello 0,8%. Ciò porterebbe il tasso di crescita potenziale nell’anno finale del piano all’1,4%.
Italia Domani fa parte di Next Generation EU, un progetto di rilancio economico dedicato agli stati membri.
Le Missioni (arco temporale 2021-2026)
Dal pdf scaricabile QUI (p.18)
Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
Sostiene la transazione digitale del Paese, nella modernizzazione della pubblica amministrazione, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo. Ha l’obiettivo di garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga. Inoltre, mira a migliorare la competitività delle filiere industriali. L’obiettivo include anche agevolare l’internazionalizzazione delle imprese. Investe inoltre sul rilancio di due settori che caratterizzano l’Italia: il turismo e la cultura.
Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica
È volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Questa iniziativa comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti. Inoltre, prevede programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili. Infine, include investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la promozione della mobilità sostenibile.
Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Include anche iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico. Queste azioni mirano a salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio. Inoltre, sono previste misure per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche.
Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile
Si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Potenzia i servizi di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti. Promuove l’ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo. Punta a garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PNL) per la rete dei porti.
Missione 4: Istruzione e ricerca
Punta a colmare le carenze strutturali, quantitative e qualitative, dell’offerta di servizi di istruzione in Italia, in tutto il ciclo formativo. In questo contesto, il piano prevede l’aumento dell’offerta di posti negli asili nido. Inoltre, si propone di favorire l’accesso all’università, rafforzare gli strumenti di orientamento e riformare il reclutamento e la formazione degli insegnanti. L’iniziativa include anche un significativo rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata. In aggiunta, introduce nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico, con l’obiettivo di innalzare il potenziale di crescita.
Missione 5: Coesione e inclusione
Investe nelle infrastrutture sociali, rafforza le politiche attive del lavoro e sostiene il sistema duale e l’imprenditoria femminile. Migliora il sistema di protezione per le situazioni di fragilità sociale ed economica, per le famiglie, per la genitorialità. Promuove inoltre il ruolo dello sport come fattore di inclusione. Un’ attenzione specifica è riservata alla coesione territoriale, col rafforzamento delle Zone Economiche Speciali e la Strategia nazionale delle aree interne. Potenzia il Servizio Civile Universale e promuove il ruolo del terzo settore nelle politiche pubbliche.
Missione 6: Salute
È focalizzata su due obiettivi. Il primo è il rafforzamento della prevenzione e dell’assistenza sul territorio. Questo prevede l’integrazione tra servizi sanitari e sociali. Il secondo obiettivo è l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Potenzia il Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina. Sostiene le competenze tecniche, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario, oltre a promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario.
All’interno del Piano sono previste le seguenti misure per le pari opportunità:
- Nella Missione 1, si rimuovono le barriere architettoniche e sensoriali in musei. Questo è fatto per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano, estendendo l’inclusività nei confronti di diverse esigenze.
- Nella Missione 2 e nella Missione 3, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini.
- La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.
- La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità.
- Nella Missione 6, si focalizza sul miglioramento dei servizi sanitari sul territorio. Questo miglioramento mira a rispondere in modo efficace ai bisogni delle persone con disabilità. L’obiettivo è favorire un accesso realmente universale alla sanità pubblica. Nel contesto più ampio della sociosanità, si aggiunge una componente di riforma volta alla non autosufficienza. Questa componente si propone primariamente di offrire risposte ai problemi degli anziani. La riforma affronta in maniera coordinata i diversi bisogni derivanti dalle conseguenze dell’invecchiamento. Il fine è sviluppare un approccio finalizzato a offrire le migliori condizioni possibili per mantenere o riguadagnare la massima autonomia in un contesto il più possibile deistituzionalizzato.
Perché è nato il PNRR?
La Crisi Sanitaria causata dalla pandemia COVID-19 si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale e ad esserne particolarmente colpiti sono stati donne e giovani: l’Italia è il Paese dell’UE con il più alto tasso di ragazzi tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione (NEET); il tasso di partecipazione delle donne al lavoro è solo il 53,8 per cento, molto al di sotto del 67,3 per cento della media europea.
L’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e, in particolare, all’aumento delle ondate di calore e delle siccità. Dopo una forte discesa tra il 2008 e il 2014, le emissioni pro capite di gas clima-alteranti in Italia, espresse in tonnellate di CO2 equivalente, sono rimaste sostanzialmente inalterate fino al 2019.
Dietro la difficoltà dell’economia italiana di tenere il passo con gli altri paesi avanzati europei e di correggere i suoi squilibri sociali ed ambientali, c’è l’andamento della produttività, molto più lento in Italia che nel resto d’Europa. Tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale e la scarsa familiarità con le tecnologie digitali caratterizza anche il settore pubblico.
Un altro fattore che limita il potenziale di crescita dell’Italia è la relativa lentezza nella realizzazione di alcune riforme strutturali: nonostante i progressi degli ultimi anni, permangono ritardi eccessivi nella giustizia civile: in media sono necessari oltre 500 giorni per concludere un procedimento civile in primo grado. Le barriere di accesso al mercato restano elevate in diversi settori, in particolare le professioni regolamentate.
Tutti questi problemi rischiano di condannare l’Italia a un futuro di bassa crescita da cui sarà sempre più difficile uscire.
Per l’Italia, quindi, il NGEU rappresenta un’imperdibile opportunità di sviluppo, investimenti e riforme. In realtà, si tratta di un programma di portata e ambizione senza precedenti.
L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi per combattere la povertà, l’esclusione sociale e le disuguaglianze. In questo senso, l’NGEU può essere un’opportunità per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duratura rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
L’Italia, infatti, è il primo beneficiario, in termini assoluti, dei due principali strumenti NGEU: la Recovery and Resilience Facility (RRF) e il Recovery Assistance Package per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU). La sola RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da utilizzare nel periodo 2021-2026, di cui 68,9 miliardi a fondo perduto.
Nel 2026, l’anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto all’andamento tendenziale. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. Gli investimenti previsti nel Piano porteranno inoltre a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano i divari regionali, l’occupazione femminile e l’occupazione giovanile.
Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questi impatti. Infatti, il PNRR è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il Governo intende aggiornare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.
(Mario Draghi)
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